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      Altra cagione fu la ingrandita Carboneria. Quella setta dopo i successi doveva sciogliersi o, cambiando voti e riti, stringersi e celarsi. Ma si allargò e palesò: diede agli astuti servi del potere agio di conoscerla, poi dominarla e tradirla. Le società segrete, che sono speranze e specie di libertà finché si oppongono al Governo, si mutano in istromenti di servitù qualora intendono a sostenerlo.
      Furono altra cagione gl'inganni del re, del Vicario, dell'intera Casa: perciocché niuna verità giammai comparve più vera delle finzioni di quei principi: scaltrezza cominciata per timore, durata per arte.
      Ed altra cagione fu lo stato di Europa, la Santa Alleanza, e con essa la necessaria adesione della Francia, la interessata pazienza della Inghilterra. Se tale non era il mondo, la rivoluzione di Napoli, cambiando in meglio, mantenevasi; però che ella stessa correggendo i propri errori, il troppo di alcun potere, il poco di alcun altro si temperavano; ché già per riuscire e durare ella aveva in sé due mezzi potentissimi: il tedio universale dell'antico, l'universale desiderio di mutarlo.
      Questi che ho discorso furono gl'impulsi alle rovine di quello Stato, secondati da pochi altri di minor possa, che senza i primi non movevano, o tosto mossi, quietavano. E sono l'ingegno focoso e contumace del general Pepe, le doppiezze del deputato Borrelli, i mal ragionati concetti del general Carascosa, le mille licenze del popolo, gli ondeggiamenti e le debolezze di due Ministeri, le varie timidità del Parlamento. Senza queste spinte, che ho chiamate seconde, pure lo Stato cadeva, ma per precipizi più lenti ed onorevoli; lasciando alcuna speranza, e non, come avvenne, vergogna ed abbattimento alla Italia.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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