Si moltiplicavano i delatori e le spie, officio infame, ma che, arrecando salvezza e premi, era in età pericolosa e corrotta ricercato. Uno di quei malvagi, uscendo di chiesa affollato con altre genti, ebbe da ignota mano trafitto il fianco; vicino a morte, rivelò quali persone per le sue false accuse stavano in carcere: morì, ma senza pro ai discolpati. Altro tristissimo (un certo Avitaia), nel mezzo della notte conferendo, come soleva, col ministro Canosa, si levò all'improvviso e, vacillando su i piedi, chiese aiuto: accorse il solo che poteva, il ministro; ma quel moribondo gli appoggiò la fronte sul petto e spirò. Casi orribili, che divolgati aggravavano la mestizia de' tempi.
VI. Per nuova legge si condannarono alle fiamme, oltre i libri interdetti dal pontefice, il Catechismo sino allora insegnato nelle chiese, e si minacciarono gravi pene a' possessori. Quel libro, composto nel 1816 per le cure del Governo, era stato cavato dalle opere morali del Bossuet; ma sembrando pericoloso per i nostri tempi noverar fra i doveri del cittadino la difesa e l'amore della patria, e non volendosi in Napoli cittadini ma sudditi, non patria ma trono, fu odiato il libro e proscritto. I fatti seguirono le minacce: visitate nella notte parecchie case, raccolti molti de' vietati libri, tratti nel carcere i possessori, disposti que' volumi a rogo nella piazza Medina, furono per man di birro, mentre il banditore pubblicava la infamia, bruciati. Erano il Catechismo, la Dottrina cristiana, i Doveri sociali, e 'l Voltaire, il Rousseau, il Montesquieu. Da' quali fatti avvisati del pericolo i possessori di biblioteche, distrussero gran numero di libri, fin gl'innocenti e i più istruttivi e giovevoli.
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