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      La sua malattia destò all'universale timore ed ansietà, la morte fece versar molto pianto, i funerei offici furono seguiti da tanto popolo, che a stento capiva nella strada vastissima di Foria. Di riscontro alla piccola casa di lui si appese una cassetta collo scritto: "Il denaro delle offerte servirà ad ergere una cappella votiva pel chirurgo Bruno Amantea or ora morto". Ma vi si poté in breve tempo fabbricare una chiesa col nome di Santa Maria delle Grazie.
      Morì il medico Domenico Cotugno, dotto, eloquente, chiaro per nuove dottrine. L'esequie fu magnifica quanto quella dell'Amantea, ma di altri onori, perciocché l'accompagnarono i medici, i dotti, tutti i professori, tutti gli studenti della città. La sua effigie in busto di marmo fu posta con pietosa cerimonia nell'ospedale degl'Incurabili, ed altra in bronzo sopra medaglie è meritamente riverita nelle accademie, nelle università, ne' musei.
      Tra le morti dolenti ed onorate che ho descritto, due ne seguirono di contraria fama: del cavalier Vecchioni e del marchese Circello; che, ministri del re, furono timidi nei pericoli, superbi nelle venture, sempre tristi. Furono pompose le esequie, ma comandate; crebbe di entrambo nel sepolcro la mala fama. E più fiera la morte fu verso i re, perocché ne spense cinque, in quel solo anno 1824, tra' quali ve n'ebbero due della Casa de' Borboni, Luigi XVIII re di Francia, e Maria Luigia duchessa di Lucca, già regina di Etruria.
      XXIV. Tante morti e di re e di amici, tanti disastri di natura e tanto pubblico danno, scossero il petto del re Ferdinando, debole per natura, più abbattuto dall'età e da una religione ch'era in lui non d'altro che di paura; e benché egli fosse sinceramente re, credendo sé di specie più che umana, i suoi popoli suoi schiavi, e sacre le sue ragioni nella vita e roba de' soggetti, pure, intimorendo, sospettava, vicino al suo fine, severo giudizio innanzi a Dio.


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Storia del reame di Napoli
di Pietro Colletta
pagine 963

   





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