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      Ma Pinocchio non poté finire il suo ragionamento, perché in quel punto gli parve di sentire dietro di sé un leggerissimo fruscio di foglie.
      Si voltò a guardare e vide nel buio due figuracce nere tutte imbacuccate in due sacchi da carbone, le quali correvano dietro a lui a salti e in punta di piedi, come se fossero due fantasmi.
      – Eccoli davvero! – disse dentro di sé: e non sapendo dove nascondere i quattro zecchini, se li nascose in bocca e precisamente sotto la lingua.
      Poi si provò a scappare. Ma non aveva ancor fatto il primo passo, che sentì agguantarsi per le braccia e intese due voci orribili e cavernose, che gli dissero:
      – O la borsa o la vita!
      Pinocchio non potendo rispondere con le parole, a motivo delle monete che aveva in bocca, fece mille salamelecchi e mille pantomime per dare ad intendere a quei due incappati, di cui si vedevano soltanto gli occhi attraverso i buchi dei sacchi, che lui era un povero burattino, e che non aveva in tasca nemmeno un centesimo falso.
      – Via, via! Meno ciarle e fuori i denari! – gridavano minacciosamente i due briganti.
      E il burattino fece col capo e colle mani un segno come dire: «Non ne ho».
      – Metti fuori i denari o sei morto, - disse l’assassino più alto di statura.
      - Morto! - ripeté l’altro.
      – E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!
      – Anche tuo padre!
      – No, no, no, il mio povero babbo no! – gridò Pinocchio con accento disperato: ma nel gridare così, gli zecchini gli suonarono in bocca.
      – Ah! furfante! Dunque i denari te li sei nascosti sotto la lingua?


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Pinocchio
di Carlo Collodi
pagine 153

   





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