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      – Non un soldo solo, – rispose il carbonaio, – ma te ne do quattro, a patto che tu m’aiuti a tirare fino a casa questi due carretti di carbone.
      – Mi meraviglio! – rispose il burattino quasi offeso, – per vostra regola io non ho fatto mai il somaro: io non ho mai tirato il carretto!...
      – Meglio per te! – rispose il carbonaio. – Allora, ragazzo mio, se ti senti davvero morir dalla fame, mangia due belle fette della tua superbia e bada di non prendere un’indigestione.
      Dopo pochi minuti passò per la via un muratore, che portava sulle spalle un corbello di calcina.
      – Fareste, galantuomo, la carità d’un soldo a un povero ragazzo, che sbadiglia dall’appetito?
      – Volentieri; vieni con me a portar calcina, – rispose il muratore, – e invece d’un soldo, te ne darò cinque.
      – Ma la calcina è pesa, – replicò Pinocchio, – e io non voglio durar fatica.
      – Se non vuoi durar fatica, allora, ragazzo mio, – divertiti a sbadigliare, e buon pro ti faccia.
      In men di mezz’ora passarono altre venti persone, e a tutte Pinocchio chiese un po’ d’elemosina, ma tutte gli risposero:
      – Non ti vergogni? Invece di fare il bighellone per la strada, và piuttosto a cercarti un po’ di lavoro, e impara a guadagnarti il pane!
      Finalmente passò una buona donnina che portava due brocche d’acqua.
      – Vi contentate, buona donna, che io beva una sorsata d’acqua alla vostra brocca? – disse Pinocchio, che bruciava dall’arsione della sete.
      – Bevi pure, ragazzo mio! – disse la donnina, posando le due brocche in terra.
      Quando Pinocchio ebbe bevuto come una spugna, borbottò a mezza voce, asciugandosi la bocca:


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Pinocchio
di Carlo Collodi
pagine 153

   





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