– La sete me la sono levata! Così mi potessi levar la fame!...
La buona donnina, sentendo queste parole, soggiunse subito:
– Se mi aiuti a portare a casa una di queste brocche d’acqua, ti darò un bel pezzo di pane.
Pinocchio guardò la brocca, e non rispose né sì né no.
– E insieme col pane ti darò un bel piatto di cavolfiore condito coll’olio e coll’aceto, – soggiunse la buona donna.
Pinocchio dette un’altra occhiata alla brocca, e non rispose né sì né no.
– E dopo il cavolfiore ti darò un bel confetto ripieno di rosolio.
Alle seduzioni di quest’ultima ghiottoneria, Pinocchio non seppe più resistere e, fatto un animo risoluto, disse:
– Pazienza! Vi porterò la brocca fino a casa!
La brocca era molto pesa, e il burattino, non avendo forza da portarla colle mani, si rassegnò a portarla in capo.
Arrivati a casa, la buona donnina fece sedere Pinocchio a una piccola tavola apparecchiata e gli pose davanti il pane, il cavolfiore condito e il confetto.
Pinocchio non mangiò, ma diluviò. Il suo stomaco pareva un quartiere rimasto vuoto e disabitato da cinque mesi.
Calmati a poco a poco i morsi rabbiosi della fame, allora alzò il capo per ringraziare la sua benefattrice; ma non aveva ancora finito di fissarla in volto, che cacciò un lunghissimo ohhh!... di maraviglia e rimase là incantato, cogli occhi spalancati, colla forchetta per aria e colla bocca piena di pane e di cavolfiore.
– Che cos’è mai tutta questa maraviglia? – disse ridendo la buona donna.
– Egli è... – rispose balbettando Pinocchio, – egli è... egli è... che voi somigliate.
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Pinocchio Pinocchio Pinocchio
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