– Mai, mai, mai!
– Che bel paese! – disse Pinocchio, sentendo venirsi l’acquolina in bocca. – Che bel paese! Io non ci sono stato mai, ma me lo figuro!...
– Perché non vieni anche tu?
– È inutile che tu mi tenti! Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare un ragazzo di giudizio, e non voglio mancare alla parola.
– Dunque addio, e salutami tanto le scuole ginnasiali!... E anche quelle liceali, se le incontri per la strada.
– Addio, Lucignolo: fai buon viaggio, divertiti e rammentati qualche volta degli amici.
Ciò detto, il burattino fece due passi in atto di andarsene: ma poi, fermandosi e voltandosi all’amico, gli domandò:
– Ma sei proprio sicuro che in quel paese tutte le settimane sieno composte di sei giovedì e di una domenica?
– Sicurissimo.
– Ma lo sai di certo che le vacanze abbiano principio col primo di gennaio e finiscano coll’ultimo di dicembre?
– Di certissimo!
– Che bel paese! – ripeté Pinocchio, sputando dalla soverchia consolazione.
Poi, fatto un animo risoluto, soggiunse in fretta e furia:
– Dunque, addio davvero: e buon viaggio.
– Addio.
– Fra quanto partirete?
– Fra due ore!
– Peccato! Se alla partenza mancasse un’ora sola, sarei quasi quasi capace di aspettare.
– E la Fata?...
– Oramai ho fatto tardi!... E tornare a casa un’ora prima o un’ora dopo, è lo stesso.
– Povero Pinocchio! E se la Fata ti grida?
– Pazienza! La lascerò gridare. Quando avrà gridato ben bene, si cheterà.
Intanto si era già fatta notte e notte buia: quando a un tratto videro muoversi in lontananza un lumicino.
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