Pagina (11/196)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma se sapessero come soffre la mamma, e che malagrazia hanno loro stessi, quando reagiscono contro la lettera da scrivere, contro il complimento da recitare, contro il lavoro da eseguire; e brontolano che non sanno cosa scrivere; e che il complimento è difficile da imparare a memoria; ed a dirlo poi... non osano... E, al momento di dirlo, quelle esitazioni, que' contorcimenti, quel ridere scemo, quasi che il fare una manifestazione d'affetto ai genitori fosse cosa buffa, quegli straordinari abbassamenti di voce e tutto il corredo di smorfie, con cui i fanciulli sogliono guastare le più care scene di famiglia, lo sanno loro, signorini miei, come si traducono in lingua parlata?
      Che ragazzi egoisti! Come sono freddi pei loro genitori! Tutto quello che fanno è una formalità compiuta per forza, e non hanno neppur abbastanza delicatezza per non farsi scorgere. Triste solennità per que' genitori!
      E triste idea, soggiungo io, che danno quei fanciulli della loro educazione!
      Vi sono poi fanciulli soprammodo disgraziati, che non hanno più mamma o non hanno più babbo. Ed altri la cui sventura è più grande ancora: li hanno perduti entrambi. È un parente, un'istitutrice, che tiene il luogo di que' poveri cari.
      Allora, a quel parente, a quell'istitutrice, debbono gli stessi riguardi che avrebbero dovuto a' genitori. Se è una sola persona che veglia su di loro, debbono ingegnarsi a farle da sè stessi qualche improvvisata che le rallegri i giorni solenni; poichè, naturalmente, non debbono farsi consigliare da lei.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196