Io lo adorava; lo colmavo di carezze e di baci; e quando udivo dire che Tommaso era brutto mi mettevo a piangere, e protestavo che era bello, con una convinzione, ed una fede che avrebbe smosso i monti.
Mi ricordo pure di una maestra che ebbi più tardi, la quale, poveretta, era gobba, ed aveva il naso schiacciato.
Mi pareva un prodigio di bellezza: era la mia ammirazione. Mi sforzavo di tenere alta una spalla, e mi schiacciavo il naso contro i cristalli delle finestre, nella speranza di rassomigliarle.
La Gemmolina era nella stessa ignoranza su quell'argomento; a lei per complimento tutti dicevano che era bella, e le era sembrato giusto di dirlo anche lei alla persona a cui voleva fare un complimento. E, ad un tratto, il babbo aveva interrotta la sua lettura; la signora s'era ritirata nella sua camera in collera: un silenzio glaciale era succeduto a tutte le gentilezze che l'avevano accolta un momento prima, ed il babbo aveva finito col mandarla a coricarsi col cuoricino serrato.
Ma perchè? domandava alla cuoca.
Perchè il sonetto diceva che la signorina è bella. E la signorina è rimasta male perchè è brutta.
È brutta? ne sei sicura, Margherita?
Fu un triste episodio per la povera Gemmolina. Ora è una piccola mammina di vent'anni; e leggendo questi ricordi della sua infanzia, si ricorderà d'insegnare alla sua creaturina, quando sarà in grado di capir qualche cosa, a non recitar mai complimenti, quando non comprenda bene cosa voglion dire.
Anche tra fratellini e sorelline si debbono scambiare saluti, auguri nelle circostanze speciali, e dimostrazioni d'affetto.
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Tommaso Gemmolina Margherita Gemmolina
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