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      + 72 Anch'io, grazie.
     
      In tutto 216 frasi, da mandar a monte la digestione d'uno struzzo o d'un elefante.
      E però, visti e considerati tutti gli inconvenienti sovraesposti, quel viaggio d'esplorazione intorno alla tavola in cerca dell'esatta misura d'appetito d'ogni convitato, fu abolito alla grande unanimità.
     
     
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      Alle volte accade che un ragazzo si trovi in salotto quando le persone di servizio introducono una visita, e la lasciano per andar ad avvertire la signora che deve riceverla.
      In tal caso è ben difficile che il visitatore, o la visitatrice, lasci al bambino l'imbarazzo di prendere la parola. Gli parla, ed il bambino non ha che rispondere. Dato però che il visitatore non facesse quel primo passo, tocca al piccolo padrone di casa a farlo, sacrificando la sua timidezza al dovere d'ospitalità. Si avanzerà, ad ogni modo, verso il nuovo venuto, e se questi non dice nulla, gli darà il buon giorno, e lo pregherà d'accomodarsi. Da parte d'un bambino è sempre meglio che si limiti a dare il buon giorno o la buona sera; perchè questo obbliga soltanto ad una risposta analoga. Vi sono persone che non amano discorrere coi bambini; questo non fa il loro elogio, ma vi sono. Risponderanno: buon giorno; grazie: e sarà finita. Mentre invece, se il bimbo domanda "Come sta?" si richiede la risposta circa la propria salute, ed il ricambio della domanda, a cui il bimbo deve poi rispondere alla sua volta. Senza contare che al bambino, il quale non è in grado di comprendere nè di compatire la sofferenza di chicchessia, è affatto assurdo di esporre il nostro stato di salute.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





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