Quando mi trovavo con parecchi altri ragazzi, si aveva l'abitudine di raccontar fole. Si ripetevano quelle udite altrove, o se ne inventava, se ci pareva di poterci mettere un po' di costrutto. Per lo più era un'illusione dell'amor proprio; ma infine....
Mi venne l'idea di scacciar la noia de' lunghi silenzi miei, e dei lunghi discorsi degli altri che non comprendevo durante le visite, preparandomi in mente le fole che dovevo dire. La prima volta che mi provai, fui stupita quando la mamma si alzò per uscire. Mi pareva d'esser rimasta pochissimo in quella casa, e la fola era tutt'altro che finita.
Consiglio questo rimedio contro la noia, ai miei piccoli lettori. Oltre il vantaggio di non offendere nessuno, s'impara a fantasticare ed a far castelli in aria, e questa è una ginnastica che sviluppa l'immaginazione, ed avvezza alla solitudine, ed al silenzio.
Mi ricordo d'aver fatto da bambina dei castelli in aria, che, interrotti e ripresi, hanno durato parecchi giorni; e ne serbo ancora memoria come di cari avvenimenti. Li creavo a modo mio. Il mio spirito non poteva esserne contrariato, e vi si manteneva sereno. E la serenità di spirito dà la pace al cuore e rende buoni. Ed il mio volto esprimeva la soddisfazione interna; e quelle persone, se fossi stata ad ascoltarle, coi loro discorsi m'avrebbero dato noia, credevano d'aver parte alla mia soddisfazione, e ne erano contente, ed io più di loro. Sovente da tutte quelle contentezze risultava l'offerta di qualche chicca, la quale certo non poteva che aumentarle.
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