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      Avrebbero potuto incontrarvi la ragazza, che ne sarebbe stata mortificata... Era tanto timida... bisognava risparmiarle un'umiliazione.
      Le mie compagne, grulle quanto me, seguirono il generoso consiglio. Ed io era soddisfatta di me, ed un po' gloriosa dell'opera mia. Nel segreto del mio cuore mi aspettavo se non un ringraziamento, da quella ragazza, troppo timida per essere espansiva, uno sguardo di riconoscenza, una stretta di mano, un cenno qualunque che mi provasse che non era ingrata.
      Invece mi parve che diventasse ancora più selvatica, e che, quando per caso incontravo i suoi occhi, mi guardassero con un'espressione di malevolenza.
      Ne concepii una triste idea del suo carattere, che non sentiva gratitudine per la squisita delicatezza del mio tratto, e tra me e le compagne se ne parlava con indignazione.
      Ve ne furono alcune che dissero:
      Meriterebbe che s'andasse tutte quante a comperare quaderni e ogni cosa nel suo botteghino, per mortificarla!
      Ma io, clemente, le pregai di non farle subire un castigo così severo.
      Una mattina quella selvaggia entrò in iscuola più rossa e timida del solito, e passò alla cattedra a consegnare una lettera alla maestra; poi, nel rasentare i nostri banchi da convittrici per andare al suo fra le esterne, che era più indietro, mi volse un'occhiata addirittura di sfida. Io pensava che a questo mondo "si è più sovente puniti di una buona azione che d'una cattiva"; pensavo che a "far bene si trova male" ed altre riflessioni sull'ingratitudine umana, quando la maestra, dopo aver letta la lettera, domandò alle esterne se era vero che avevano tutte cessato di provvedersi di quaderni alla bottega Tale dei tali.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196