Via. Una mano alla coscienza, belle fanciulle.
Nella situazione di Jolanda, in un completo isolamento dove, se un poeta non gliel'avesse condotto, non sarebbe capitato forse mai un giovine per apprezzare la sua bellezza, come sarebbero state tristi loro! Come avrebbero deplorata la loro miseria, e pensato giorno e notte al pericolo tremendo di rimaner zitellone! Ed il povero babbo, invece d'una compagna gioconda e serena, si sarebbe visto accanto un viso allungato, una fronte accigliata; ed in ogni atto della sua figliola avrebbe indovinata la noia della sua casa, della sua compagnia, ed il desiderio crudele d'essere altrove.
Eppure Jolanda non era insensibile nè senza aspirazioni. Lei stessa diceva una sera al suo babbo:
Anch'io,
Quando mi trovo sola meco stessa e con Dio,
Sogno talora i gaudi dell'amore, e mi sento
Addormentarmi l'anima tutta in un rapimento."
A quei tempi le signorine educate parlavano in versi. Ora però si può anche farne a meno.
E fingo che il mio fato conduca un forte e belloA superar la fossa del mio patrio castello.
Lo ascolto in tuon sommesso mormorarmi parole
Più ardenti e più feconde che la luce del sole,
E lo sguardo negli occhi che divampano fuocoE mi cullo in visioni celesti... e a poco a poco
Mi risveglio... e le sale del mio patrio castello
Non suonan mai dei passi di questo forte e bello.
Ebbene, cosa importa? Il forte e bello non compariva, e Jolanda era sempre lieta ugualmente come un raggio di sole. Non parlava mai di quando sarebbe maritata; il babbo le diceva:
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Jolanda Jolanda Dio Jolanda
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