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      Sovente ho udito una giovinetta dire: Quando sarò a casa mia, farò questo o quell'altro; ed intendeva: quando sarò maritata.
      Che impressione doveva fare al babbo, alla mamma, l'udire che la loro figliola non si sentiva a casa sua, in mezzo a loro e nella loro casa!
      Se si tratta d'andare in campagna, dove non c'è altra compagnia che le persone di casa, si mostrano disgustate e non mancano di parlare di quella loro miseria, come vestali che stiano per essere sepolte vive. Ma i loro genitori cosa sono?
      Per riguardo a loro, e per il rispetto a quel dolore che dovranno provare, staccandosi dalla loro figliola per darla ad uno sposo, una signorina educata non dovrà mai dimostrare che desidera appunto di dar loro quel dolore, e che non ci prende parte.
      Lo sposo stesso, che un giorno la piglierà, è già implicitamente offeso da quella smania di maritarsi, che gli dice anticipatamente:
      Badi, ch'io lo sposo perchè non vedo l'ora di diventare una signora, e non per lei. Se un altro fosse capitato prima, avrei preso quello.
      Senza contare poi il ridicolo che matura sul capo di quelle che, poverette, non trovano marito. Si sente ogni giorno dire dall'una o dall'altra:
      La signorina tale ha già trentacinque anni. E non ha ancora marito!
      Poveretta, dopo averlo desiderato tantoSi ricorda lei? Diceva sempre: Quando sarò maritata....
      Ed il corredo che preparava?
      E quando si ricamava quella bella pezzuola, quante volte ha detto:
      Per ora non lo porto; servirà per quando sarò, maritata.
      Ora può servirsene per asciugar le lagrime ogni volta che si marita qualcun'altra.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196