Ah! quelle sono due berte. Non sanno tacere un minuto. E che tono confidenziale pigliano discorrendo col ballerino! Un vecchio gentiluomo mi disse:
Quelle signorine devono avere una famiglia numerosissima.
Perchè? domandai compiacentemente per fargli finire il suo motto.
Perchè tutti i giovanotti con cui ballano mi sembrano loro fratelli.
Infatti andavano da una sala all'altra, ed al buffet con questo e con quello, e senza la loro mamma, e si dice che ballassero anche con qualcheduno che non era stato presentato.
A te piaceva la signorina Caia, che ti si abbandonava mollemente nelle braccia, come se fosse al quarto atto d'un melodramma.... Avevi sulla spalla dell'abito la cipria delle sue guancie. .
Il color della dama. Mi piaceva per una sera, però. Non la vorrei fra le concorrenti, quando mi decidessi a gettare la mia pezzuola per trovare una sposa.
Io ho fatto un giro colla signorina Ipsilonne, che, ad ogni complimento che le facevo me ne rispondeva un altro, come se si giocasse di scherma.
Pazienza, era ingenua.... Tu avessi udita la signorina Zeta, che, per far la spiritosa, canzonava le tolette ed i modi delle altre signorine e dei giovinotti!
Ah! dev'essere stata curiosa. Cosa t'ha detto di me?
E di me?
E di me?
Ha detto che le pareva d'essere una tazza di miele, perchè si vedeva ronzare intorno tanti mosconi.
Oh Dio! Che barba!
Caro quel miele!
I mosconi volano anche intorno....
Via; la porta è chiusa e non si ode altro. Ma credo che basti.
Vedono, signorine mie, che ogni medaglia ha il suo rovescio; ogni festa il suo dimani.
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Caia Ipsilonne Zeta Dio
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