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      Ma i parenti della sposa non potevano lasciar andare a rotoli un matrimonio ben assortito, per quella inezia; si misero intorno al povero giovine, e lo indussero a scrivere alla infelice eroina del gran rifiuto, invitandola a dichiarare per iscritto, che lui non le aveva mai fatta domanda formale di matrimonio. "Da questo, scriveva, dipende per me una questione vitale."
      La domanda che egli aveva fatta, in realtà, era tutt'altro che formale, ma era una domanda di matrimonio bella e buona. Ad ogni modo però, quella povera fanciulla aveva troppo decoro, malgrado il suo curioso fidanzamento, per non mostrare di aver dimenticata tutta l'importanza che lui aveva data a quel passo extralegale. E dichiarò che mai in eterno lui aveva pensato a lei, che la conosceva appena, ecc. E l'altro matrimonio si fece.
      Morale. Una parola imprudente, suggerita dalla vanità di farsi vedere desiderata, può offendere l'amor proprio di un uomo, e far nascere un ginepraio di guai, in cui la meno umiliata e ferita non è certo la signorina imprudente.
     
     
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      Se invece il partito proposto riesce simpatico, la risposta è favorevole; e si fissa un giorno per presentare il pretendente sotto questo aspetto. Quello è il momento più difficile della vita d'una fanciulla. Non sa che viso fare, nè che contegno tenere. Il mostrarsi allegra e contenta è sconveniente. Il mostrarsi dolente è assurdo, perchè è lei che l'ha voluto. Il mostrarsi indifferente è scortese.
      Ma tutte le difficoltà scompaiono, quando una signorina si rassegna a non curarsi affatto del come deve mostrarsi, ed a lasciarsi vedere nello stato in cui si trova realmente: commossa, confusa, intimidita.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196