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      Supponiamo che un giorno la mamma sia fuori di casa, oppure non sentendosi bene, sia rimasta a letto. Ed il fidanzato ha avvisato che a quell'ora farebbe la sua visita. (Un fidanzato ammodo avvisa sempre, e non arriva, come una tegola sul capo, quando meno lo si aspetta). Eccolo. La signorina conosce il suo modo di sonare. È lui. La cameriera lo annuncia. Quel povero cuoricino balza di gioia. Avrebbe una cosa da dirgli, proprio a lui solo, e tornerebbe tanto a proposito cogliere quell'occasione...
      Ebbene no. Deve avere il coraggio di rinunciarvi. Una signorina non deve ricevere il fidanzato quando è sola. E dice alla cameriera:
      Marietta, digli che la mamma non c'è; non posso riceverlo.
      E, quando lo rivede, le pare di volergli più bene dopo quella privazione che gli ha imposta. Poveretto, come deve averne sofferto! Vorrebbe compensarlo con un po' d'espansione, chiamarlo semplicemente col suo nome.
      E neppure questo le è concesso, dicono le regole di convenienza. Il loro modo di trattarsi dev'essere affettuoso, amichevole, ma non mai confidenziale. Bisogna darsi del lei, e non anticipare le espansioni reciproche, nè i nomi di parentela alle future suocere, ai cognati. Un matrimonio può andare a monte, ed allora tutte quelle famigliarità anticipate rendono più difficile la situazione. Come si fa ad incontrare come un indifferente, senza arrossire, senza confondersi, un uomo a cui si è dato del tu?
      Non anticipi nulla, signorina. Lasci che il tempo maturi gli avvenimenti. I frutti acerbi hanno sempre un fondo di asprezza, mentre sono tanto buoni e dolci i frutti maturi.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196