Ma la gioia delle gioie l'aspetta la mattina del giorno fissato pel contratto. Lo sposo le manda una scatola, un cofanetto, un tavolino da lavoro, un oggetto a sua scelta, che, qualunque ne sia la forma, è sempre una cornucopia della fortuna dal quale escono ogni sorta di meraviglie. Sono i doni nuziali, quello che i Francesi ed i Piemontesi chiamano il Panier galant, e che, per regola generale, deve rappresentare un valore tra il cinque ed il dieci per cento della dote della sposa. Ma una sposa per bene non fa questi calcoli: o se ha il cattivo pensiero di farli, deve avere il buon gusto di non esprimerli, neppure colla propria famiglia.
In quel cofanetto trova l'abito bianco sacramentale pel giorno delle nozze, alcuni altri abiti; uno o più scialli turchi, e di Casimira. Se lo sposo possiede trine di famiglia, la loro tinta giallognola apparirà tra i freschi colori delle stoffe moderne. Altrimenti saranno due guarnizioni di trine moderne e di valore che faranno le veci; per lo più una di Bruxelles ed una di Chantilly. E finalmente una schiera di buste di velluto, colle iniziali del nuovo nome che la sposa sta per assumere, cioè del suo nome e del cognome dello sposo. Sono: i brillanti, ereditari o nuovi, che lo sposo può offrirle; un finimento completo d'oro e pietre; parecchi anelli; insomma i gioielli più o meno sfarzosi, a seconda della ricchezza e generosità dello sposo, fra i quali primeggerà la famosa catena coll'orologio, che la sposa porterà quella sera stessa al contratto.
| |
Francesi Piemontesi Panier Casimira Bruxelles Chantilly
|