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      È un riguardo che lo sposo deve a sua moglie, per non esporla ad incontrarsi, essendo al suo braccio, con qualche compagno di gioventù di lui, che la prenda in fallo, o con qualche signora che esiti a salutarla. Tutte le conoscenze dello sposo debbono essere informate del cambiamento, avvenuto nella sua situazione, ed aspettarsi d'incontrarlo colla moglie, per essere pronte a salutarla come tale. Per questo riguardo anche le vedove debbono mandare le partecipazioni del matrimonio compiuto.
      Tutte le spese del matrimonio, comprese le carrozze, se le rimesse delle famiglie non le forniscono, sono a carico dello sposo.
      Una volta era, se non un obbligo, un'abitudine per la sposa di sciogliersi in lacrime nell'andare all'altare. Gli occhi umidi ed accesi, le labbra tumide, il naso rosso come una ciriegia, facevano parte della tenuta di rigore per una sposina ammodo. Lo sposo, se non altro per amore di simmetria, non doveva mostrarsi lieto, in faccia a tanto dolore; si atteggiava al più profondo compianto, dinanzi alla lacrimevole situazione della fanciulla. Il sacerdote, compreso della necessità di mettersi all'unisono, recitava un predicozzo straziante ai due sventurati giovani, e tutte le signore lacrimavano nelle pezzuole ricamate. Se un indiano fosse entrato in una chiesa durante la cerimonia nuziale, al vedere il pubblico, e specialmente la sposa in quello stato di desolazione, l'avrebbe creduta una suttie, da ardere sul rogo del marito estinto.
      La prima sposa giovane che fu veduta maritarsi senza piangere, fu la principessa Margherita.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





Margherita