A mezzo del cammin di nostra vita.
CAPITOLO I.
La Signora.
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Ma, marchesa, io non ci sono giunta ancora a mezzo del cammin di nostra vita.
Scusi, ha marito?
Sissignora, ma ho appena diciasette anni.
Non importa. Se ha marito, questa parte del mio libro la riguarda. S'è maritata assai presto; ma questo non toglie che, dal giorno in cui è diventata una signora, la parte ingenua, ridente, spensierata della sua esistenza è passata.
Non vadano in collera, signori mariti; non protestino. Non intendo dire che il matrimonio non abbia le sue grandi gioie, che il loro affetto di sposi non dia alle loro compagne soddisfazioni forse, e senza forse, maggiori di quelle vaporose e inconsapevoli che ebbero da fanciulle. Ma loro sanno che una signora maritata, qualunque sia la sua età, assume il governo della casa, riceve il grave deposito di un nome di cui è responsabile, risponde dell'onore di quel nome, e del decoro della famiglia. I misteri che ha scoperti hanno sfrondate molte delle sue illusioni e le hanno insegnate delle verità dolci e tremende. D'allora la spensieratezza non le è più possibile. È entrata nel periodo serio della sua esistenza, ed avesse pure quindici anni soltanto, ha acquistate tutte le responsabilità, tutti i doveri d'una persona che è giunta
A mezzo del cammin di nostra vita
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La vecchiaia concede privilegi straordinari.
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