A quelle non si manda una carta, ma ci si va in persona col marito o con una signora della famiglia di lui. Alle altre, l'invio d'una semplice carta dei due sposi, dice urbanamente che sono grati della loro memoria, ma non intendono continuar le visite. Quelle sono le così dette relazioni di saluto. Si conoscono, s'inchinano per via, si scambiano parole scontrandole in compagnia; ma tutto finisce lì.
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Alcuni anni or sono ricevetti una lettera da uno dei miei molti nipoti, nella quale mi diceva, dopo tante belle cose: "....e ti confesso che il mio secondo anno di nozze fu assai meno beato del primo. E sì, che ci ho Ninì, il mio dolce amorino biondo color di rosa, che comincia a dire bab...bo.
Nelle mie ore di noia ho fatto una scoperta che non può essere senza importanza per la società. Ho trovata la vera causa della poca devozione degli uomini pel settimo sacramento. È una specie di malattia nervosa, che si sviluppa, dopo la luna di miele, nelle facoltà visive del marito, e gli fa apparire tutte le mogli degli altri più attraenti della propria.
Se tu trovassi un buon oculista, che volesse occuparsi di questa oftalmia maritale...."
Partii immediatamente per Torino, senza medico oculista, s'intende. Sotto il melanconico umorismo di mio nipote, c'era qualche cosa di amaro, che mi fece temere per la felicità avvenire di quella famiglia. Tuttavia avevo un vago presentimento che, a guarire la malattia di Primo, basterebbe la mia vecchia esperienza.
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Ninì Torino
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