Giunsi inaspettata. Primo era fuori. La cameriera mi disse:
La signora è rientrata or ora dalle visite; si sta mettendo in libertà.
Mettersi in libertà! Era la chiave del mistero! la prima causa della malattia del marito. Guai, alle mogli che si credono in diritto di mettersi in libertà quando sono in casa!
Ordinai alla cameriera di lasciarla fare, di non annunciarmi; passai ad aspettarla in sala da pranzo, dov'era già apparecchiata la tavola.
L'Emma entrò poco dopo. Era in abito da camera ed in pianelle. Una grazia di abito da camera; ma era un abito da camera; e portato con tutta comodità, discinto; e là sotto la sposa non aveva fascetta.
Le pianelle di raso azzurro, ricamate di perline rosee, sembravano quelle di Cenerentola che avessero finito coll'incontrarsi per fare il paio. Ma erano pianelle. E quella toletta mattinale, calzata in fretta, era mal completata da un foulard bianco annodato intorno al collo.
Tuo marito non viene a pranzo? le domandai.
Sì, verrà a momenti.
E ti metti a tavola a quella maniera?
Scusi, nonna; non prevedevo la fortuna della sua visita; e, sa, in casa.... siamo soltanto noi....
In casa!... soltanto noi! soltanto! quando siete tu e tuo marito? Ma la tua casa è il tuo regno; ma tuo marito è il tuo mondo. Cosa ci guadagni se le persone a cui hai fatto visita, e quelle che ti hanno scontrata per via ti trovano bella? Nulla. Ma se ti trova bella tuo marito; se gli piaci, è il suo amore che guadagni; è la felicità della tua vita.
Una lettrice: Ah Marchesa! Questa è la storia d'uno dei sette peccati capitali di Eugenio Sue; La....
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