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      Che mi prenda per una donna americana, di quelle che portano i calzoni? pensava il giovinotto: e si carezzava le basette per metterle in evidenza.
      Ma l'altro non si scoraggiava per così poco. Anzi parve farsi più ardito a quell'atto, tanto che gli si fece accosto, e, salutandolo con uno sguardo che avrebbe sedotta una vestale, gli disse:
      Signore; non si offenda per amor del cielo. Debbo farle una proposta indiscreta, impertinente addirittura....
      Il giovinotto si pose una mano sull' orologio, un'altra sul portamonete, e rispose:
      Se non può farne a meno... parli.
      Se lei vedesse un uomo in pericolo di annegarsi, si getterebbe in acqua per salvarlo? No?
      Mi faccio l'onore di crederlo.
      Ebbene, io sto per annegare in un mare di guai. Ho invitati parecchi amici a pranzo. Dovevamo essere quattordici, ed uno è mancato. Ho una zia, una zia tremenda che ha paura del numero tredici. È capace d'andarsene, di non perdonarmi più. Un uomo che si getterebbe nell'acqua per salvare un altro, non potrebbe spingere l'eroismo fino a gettarsi alla mia povera tavola?
      Il giovine rideva tanto di cuore, che non seppe rifiutare. Quella povera tavola era sontuosa; e per giunta quel signore aveva una bella figliola, che piacque a prima vista al fortunato giovinotto. Due mesi dopo le faceva il primo dono da sposo; un braccialettino d'oro niellato sul quale era inciso il proverbio:
     
      È meglio imbattersi che cercarsi apposta.
     
     
     *

      * *
     
      Stabilito il numero delle persone che si vogliono invitare, si mandano gl'inviti: stampati se è un pranzo di lusso, scritti se non ci si vuol dare troppa importanza.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196