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      Ed anche allora lasci che vada da sč. I padroni di casa sono i pił incomodi e gravosi fra i ciceroni. Gli altri si pagano uno scudo, e si acquista il diritto di bestemmiare loro sul muso magari che San Pietro in Roma č una chiesuola da villaggio, e che il Mosč di Michelangelo č un fantoccio. Per quello scudo abdicano ogni suscettibilitą artistica e patriottica.
      Ma ai padroni di casa si deve un aggettivo ammirativo per ogni cosa che ci mostrano, fortunati ancora noi, se ci fanno grazia del superlativo.
      L'esposizione della casa dev'essere stupenda e saluberrima. I quattro punti cardinali hanno fatto delle transazioni colla cosmografia, per aggiustarsi in modo che quella casa potesse goderli tutti:
      Č solida questa costruzione, sebbene sul colle. Senta che saldezza di pavimenti. Faccia un salto. Cosģ. Un altro! Ed il padrone di casa salta lui pel primo, e bisogna saltare, e trasecolare per meraviglia di non avere sfondata la casa.
      E le mie cantine! Sono fresche come ghiacciai.
      Sono persuaso.... si capisce dalla posizione.... dal terreno....
      Ma no, deve vederle. Sentirą che freddo. C'č da pigliarsi un'infreddatura. Il signor Tale che č sceso ieri, oggi ha una tosse!... ed il signor Tal altro ha sternutato otto volte di seguito nell'entrarci.
      Il meno che possa fare il nuovo venuto č di sternutare dieci volte per cortesia, e prendere una bronchite.
      Ed i cavoli dell'orto! Una meraviglia!
      Ed i peperoni! Un prodigio.
      Per i fiori: bello, molto bello, bellissimo, stupendo!... guai se vengono meno gli aggettivi.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196

   





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