Quando il bambino è nato bisogna pensare a battezzarlo.
Il compare e la comare debbono esser stati scelti ed avvertiti da un pezzo; almeno due mesi prima. È un incarico che impone una quantità di oneri, epperò non lo si deve offrire che a parenti o amici intimi, di quelli che si può essere certi che lo accetteranno di cuore e con gioia.
Bisogna evitare ugualmente le persone d'una ricchezza troppo superiore a quella della famiglia del bimbo, per non far supporre che si conti sulle loro larghezze; e quelle troppo ristrette per non metterle in un impegno superiore ai loro mezzi.
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Un giovinotto chiamato una volta a quella cerimonia, mi diceva:
Ho tanto speso perchè quel piccolo monello rinunciasse alla carne, che mi sono ridotto io stesso, al regime dell'estratto di Liebig.
Quando però una persona si offre di fare da compare o da comare, a meno d'aver già un impegno precedente, non la si rifiuta mai.
Se una signora, pregata di far da comare, per una ragione qualsiasi, non può accettare; deve scusarsene colla massima cortesia, esprimendo i motivi del rifiuto, in modo che questo non si possa attribuire a cattiva volontà.
Per lo più la famiglia del nascituro lascia alla comare la scelta del compare. Una signorina, in questo caso, non sceglie mai un giovinotto; e, per non escludere tutti i giovani parenti ed amici del suo futuro figlioccio, rifiuterà di fare quella scelta, accettando il compare che la famiglia del bambino sceglierà.
Le signore maritate accetteranno il diritto di scelta, e daranno la preferenza a quel compare che potrà, a loro credere, essere più utile al bambino, e più accetto ai parenti; sempre però nella cerchia di persone che le verranno indicate come disposte ad accettare quell'incarico.
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Liebig
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