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      È superfluo il dire che certi discorsi di belle donnine, o anche soltanto di sport affatto maschile, si debbono evitare colle signore, le quali possono trovarli o sconvenienti o noiosi.
      Alle feste da ballo un giovine gentiluomo deve saper essere cortese fino alla galanteria colle signore e specialmente colle signorine, senza mai varcare quella misura oltre la quale la maldicenza lo aspetterebbe al varco per fare le sue osservazioni.
      Per conseguenza, non insistere a domandare troppo sovente il ballo alla stessa dama, non farle una corte troppo esclusiva e manifesta, non condurre le signorine sole al buffet, non isolarsi sopra un canapè con una signorina mentre non si balla, ecc., ecc.
      Capisco che questi errori hanno per lo più origine dalle passioni, alle quali non si può fare la legge; ma finchè la passione non c'entra, finchè domina la ragione, un uomo è inescusabile se col suo contegno compromette una signora.
      In qualunque luogo si trovi, un giovine deve sempre usare alle signore ogni sorta di riguardi, senza lasciarsene distogliere dall'età avanzata o dalla figura poco attraente. In questo sta il merito della cortesia.
     
     
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      Gli uomini, un po' più positivi delle signore, si abbandonano più facilmente ai loro gusti, e diventano più presto abitudinari. Uno non può discorrere il mattino appena svegliato e vincere un certo malumore che gli rimane dopo il sonno, e dovunque sia, in viaggio con amici, ospite in casa altrui, o nella propria famiglia, resterà imbronciato e brutto, finchè il malumore mattutino si sia dissipato con tutto comodo.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196