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      E quando qualcuno lo presenta a signore o signorine, non spinga la dimostrazione di cortesia fino a stender subito la mano. I mariti ed i babbi avrebbero ragione di dirgli:
     
      Et surtout pas trop de zèle.
     
      Non vorrei neppure che quel provinciale, nella sua semplicità, prendesse troppo sul serio il piacere con cui altri mostra di ricevere la sua visita e si credesse obbligato a prolungare quel piacere finchè il servitore vada a chiamare la signora in tavola. Il tempo e la conversazione di una signora sono troppo preziosi, perchè la cortesia non debba suggerire a chi non è intimo della casa, di lasciarne un pochino anche per gli altri. Ne goda venti minuti, una mezz'ora, via, e s'accontenti.
      E durante quel tempo se ci sono altre persone non cerchi di accaparrare l'attenzione della signora per sè solo. Quando si va in società bisogna lasciare l'egoismo a casa, e portarci invece un po' d'abnegazione. È a questo patto soltanto che si può essere veramente cortesi.
     
     
     *

      * *
     
      Alle volte accade che un giovine rimane colpito come un eroe da romanzo, da un bel visetto di fanciulla che passa per la via accanto ad un buon viso di mamma.
      Se è proprio un colpo.... da morire, allora cerchi di sapere chi è la fanciulla, e di giungere a lei per la via retta della presentazione e della domanda ai parenti. Ma se è di quei colpi che non lasciano la traccia a lungo, e lui non si sente inclinato alla via retta, un gentiluomo non deve pigliare quella storta.
      A cosa conduce per lo più? A mettere una signorina nell'imbarazzo, a farle commettere delle imprudenze, a comprometterla, qualche volta persino a impedire che trovi marito, senza contare le pene di cuore che a quell'età sono crudeli.


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La gente per bene
di Marchesa Colombi
Editore Galli
1893 pagine 196