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      ..» e tutti risero, si mossero per la sala, applaudirono, approvarono il madrigale, fecero chiasso; soltanto Giovanni rimase là presso la tavola, goffo, impacciato, urtato da uno, esaminato da un altro che gli rideva dinanzi, non curato, sprezzato da tutti.
      Rachele però lo guardava con occhio di compassione, ed appena suo padre ed i commensali ebbero avviato un discorso tra loro, si fece accanto a Giovanni, e gli disse: «Vuole che usciamo un momento in giardino?». Egli alzò gli occhi a metà, guardò il tratto che doveva percorrere, e vedendolo sgombro da' suoi benefattori, si fermò sotto il pergolato senza dir nulla, senza voltarsi indietro, consolato d'essere uscito di là.
      Rachele lo aveva seguito, ed era anche lei un po' confusa della scena accaduta.
      «Sono finite le rose!» disse staccando qualche foglia da un rosaio che aveva dinanzi; poi soggiunse: «Ha veduto come è carico di frutti quel nespolo laggiù?». E si avviò lentamente e volgendo il capo verso Giovanni per invitarlo a seguirla. Ed egli la seguì; ma era ancora avvilito, e disse appena a bocca stretta che infatti erano moltissimi, quei frutti; poi, sentendo sonare la campana del pranzo, si avviò verso sala, come se gli premesse di rientrarvi.
     
      Alcuni invitati avevano dei bambini, ed il signor Pedrotti aveva fatto apparecchiare una piccola tavola a parte pei bambini e per Giovanni. Rachele, mentre suo padre assegnava i posti ai commensali della tavola grande, disse a Giovanni: «Lei è pregato di fare il babbo a questi signorini, altrimenti chissà che chiasso farebbero» e gli indicò una sedia dalla quale voltava il dorso alla compagnia, e non era obbligato a sostenerne gli sguardi.


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Il tramonto d'un ideale
di Marchesa Colombi
pagine 171

   





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