Sua madre avrebbe preferito di passare la sera in compagnia, o di vederlo andar fuori e divertirsi; ma egli rispondeva sempre:
- Questa sera non ho voglia di parlare; preferisco leggere un poco; sarà per domani, mamma. Ma il domani di star allegro e di divertirsi non veniva mai.
- Non ti senti bene? domandava spesso sua madre. Ma egli la rassicurava: era soltanto un po' stanco... E lei confidava che col carnevale tornerebbe allegro, e si riprenderebbero le relazioni colle signore Nardi.
L'ottobre passò uggioso a quel modo. Neppure l'ora del piccolo pranzo di famiglia, che altre volte era tanto animata dalle ciarle di Marco, dalle sue dimostrazioni affettuose verso la mamma, dalle loro discussioni sulla musica, sull'esposizione di Brera, sulle mode, sulle nuove pubblicazioni, ora era silenziosa e triste. Marco mangiava poco e distrattamente, ed appena aveva finito, pigliava un giornale o un libro per aspettare il caffè, poi se ne andava nella sua camera.
Qualche volta la signora Bellazio lo pregava di accompagnarla a teatro. "Al Manzoni c'era la compagnia Pietriboni che dava una nuova commedia di Ferrari. Al Dal Verme c'era l'opera semiseria con artisti buoni..." Marco non si faceva pregare; ma rimaneva tutta la serata in fondo al palco, senza prestare la menoma attenzione allo spettacolo.
In novembre il dottor Andreoni, che andava qualche volta a passare la sera colla signora Bellazio, le disse:
- Che cos'ha Marco? Questa mane l'ho incontrato; era un po' abbattuto, e serio serio. Ha in mente ancora quella malinconia della tisi?
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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
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