Sono quattro mesi che si sta crucciando con un'idea penosa; è dimagrato, e quella malinconia potrebbe procurargli il male che teme.
- Ma cosa posso fare? domandava la povera donna piangendo; ho tentato ogni mezzo, gli ho proposto di viaggiare, ho invitati i suoi amici, l'ho obbligato ad accompagnarmi fuori; ma, con chicchessia e dovunque, la sua tristezza non lo abbandona mai. Cosa posso fare, mio Dio?
- Cerchi di persuaderlo che non ha nessun male, che non ha disposizione alla tisi; non c'è altro. Infatti non ci ha disposizione, glielo assicuro io in coscienza.
Dopo un lungo colloquio col medico, che passò una parte della serata con lei, la signora Bellazio entrò da Marco, pallida ed abbattuta, cogli occhi ancora rossi, ed un gran peso sul cuore. Era una scena desolante. Avere in sè la certezza che il suo ultimo figlio era sano, che avrebbe potuto vivere, e vederlo spegnersi volontariamente per un pensiero ostinato, vederlo andare incontro alla morte straziante de' suoi poveri fratelli, era una tortura, per quella madre già tanto sventurata.
Eppure in quel momento era evidente che un'altra agitazione la turbava. Lottava con sè stessa. Sentiva d'avere un dovere da compiere, e non ne aveva la forza.
Un momento s'accostò al figlio, e susurrò: "Senti, Marco;" poi le mancò il coraggio di proseguire; una timidezza invincibile le strozzava le parole in gola. Quello che doveva dire era troppo difficile.
Sull'imbrunire, rinfrancata dalla penombra che la avvolgeva come in un velo, cominciò:
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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
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Dio Bellazio Marco Marco
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