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      Non era debole, non era malato, ed aveva un avvenire dinanzi a sè. Sentì di dover agire, ed il primo pensiero che gli si affacciò alla mente fu per sua madre.
      L'aveva vista piangere di vergogna, e ne sentiva una grande pietà. Avrebbe voluto andare ad abbracciarla, a dirle che comprendeva quanta abnegazione doveva esserle costata la rivelazione di quel segreto; che quell'atto di lealtà espiava molto; che l'amava sempre, che voleva perdonarle. Pensava delle scuse per lei; la sua gioventù, l'infermità del marito, forse un matrimonio contratto senza amore; ma al momento d'avviarsi gli mancò il coraggio.
      Dacchè era al mondo, era avvezzo a trattarla con tanto rispetto, che gli sarebbe sembrato d'insultarla facendo allusione a quanto lei aveva confessato. Era un argomento di cui non era possibile parlare fra loro. Non avrebbe osato neppure di rivederla per qualche tempo; sarebbe bastato che i loro occhi si fossero incontrati, per confonderli e farli arrossire tutti e due.
      Si diede a pensare seriamente che cosa potrebbe fare.
      Dopo quella rivelazione le cose erano mutate per lui. Il patrimonio del signor Bellazio non gli apparteneva. Egli poteva, per salvare l'onore di sua madre, portarne il nome, ma non voleva appropriarsene il denaro. Quando aveva domandata la mano della Maria era quasi ricco; ora possedeva soltanto il suo impiego e poche migliaia di lire guadagnate nella sua brevissima carriera da ingegnere, e che aveva già spese in parte per addobbare la sua nuova casa.
      - Se mi ama davvero, questo non dovrebbe cambiare le sue risoluzioni, pensò. E stabilì di andare dalle signore Nardi la mattina seguente.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Bellazio Maria Nardi