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      In quella la voce del suocero esclamò:
      - Per Dio! Si doveva prevederlo, che era una disgrazia!
      Il giovane giaceva col capo rovesciato sui guanciali, il volto pavonazzo, gli occhi iniettati e grossi come se fossero per uscire dall'orbite, e la bocca contorta, dalla quale pendeva la lingua stretta fra i denti, ed orribilmente gonfiata. Era morto d'apoplessia.
      Si fece di tutto per ingannare la Caterina. Si disse d'un telegramma, che lo aveva chiamato improvvisamente a Milano, che tornerebbe... Ma non c'era apparenza di verità. Il matrimonio sospeso, il turbamento mal dissimulato di tutti, le fecero indovinare una catastrofe, e la misero in una convulsione terribile. Piangeva, urlava, sragionava, si strappava i capelli e le vesti, voleva fuggire, voleva gettarsi dalle finestre.
      Bisognò chiamare il medico, il vecchio medico di sua sorella Rosa, che era sempre in cura pel suo fegato. Per disgrazia, appunto quel giorno il medico era a letto con un'infreddatura. Gli altri erano tutti in giro per le visite mattutine; e nè in casa nè alle farmacie si potevano trovare. Intanto la ragazza dava in ismanie, pareva che impazzisse.
      Finalmente il padre pensò ad un malato di vaiuolo, presso il quale un medico aveva passata la notte, perchè l'infermo era aggravatissimo. Vi accorse, e trovò appunto il dottore che usciva dalla camera del moribondo. Non gli parve vero di condurlo subito da sua figlia, che a forza di calmanti si tranquillò, sebbene rimanesse inconsolabile.
      Era guarita dalla convulsione; però, dopo alcuni giorni, fu presa dal vaiuolo, che si sviluppò violento, terribile.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Dio Caterina Milano Rosa