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      - È sempre la speranza d'una vita migliore che ci dà la forza di sopportare i dolori di questa vita qui.
     
      Una mattina che Ettore doveva andare a caccia, fece un casa del diavolo perchè la Cecchina tardava a giungere con certe calze di lana forti, che aveva avuto l'incarico di preparargli per quel giorno.
      - Non può tardar molto, disse la zia Giuliana; sarà andata alla messa.
      - Ma è insopportabile questa beghina, gridò il giovinotto. Ci fa aspettar tutti pel suo pregiudizio della messa. Cosa spera cavarne? Il pane siamo noi che glielo diamo.
      - Bisogna aver pazienza, osservò la zia; è una buona donna.
      - La morale, sentenziò il professore, può svolgersi e progredire da sè, distaccandosi dalla religione.
      - Ma che cosa promette la morale a questi disgraziati, che non hanno avuto un'ora di gioia in tutta la loro vita? Che compenso può dare per tutti i dolori che hanno patito? domandò la zia.
      - Se fossero meno ignoranti, rispose il professore, comprenderebbero....
      - Ah! se lo fossero, meno ignoranti! Ma intanto sono così; e patiscono, ed hanno patito dacchè sono al mondo; e dacchè sono al mondo si sono rassegnati, perchè hanno creduto ad un compenso nel mondo di là. Ma va ad illuminarli colla tua scienza; va a dirgli che il mondo di là non esiste; che quando avranno ben tribolato finchè resta fiato nei loro poveri polmoni, andranno sotterra, e sarà finito tutto; che delle gioie che gli altri godono, degli amori che ci consolano, de' tuoi buoni pranzi, del bel fuoco a cui ti scaldi, della poltrona morbida dove siedi comodamente a chiacchierare per distruggere la loro fede, non ne proveranno mai le dolcezze; che se furono diseredati in questa vita, peggio per loro; che l'altra non è che un sogno.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





Ettore Cecchina Giuliana