Non andai alla fonte; andai dal parroco, e per quella volta non ebbi vergogna a dirgli che mi desse qualche cosa per fare un brodo a quella povera creatura cara.
Ma quando tornai colla carne, era già fredda. Neppure vederla morire, m'è toccato! Ah! se non fosse il pensiero di ritrovarla nel mondo di là....
- Non aveste mai una consolazione in tanti anni, che ci narrate sempre dolori? domandò la zia Giuliana.
- Mai! esclamò la Cocchina, coll'accento della verità. Poi, riprendendosi, soggiunse:
- La mia consolazione è di pregare il Signore che mi riunisca alla mia figliola nell'altra vita, e che dia del bene a' miei figli che sono tanto poveri che si induriscono il cuore e diventano persino cattivi.
La zia Giuliana prese dal tavolino il trattato di filosofia e lo porse malignamente al professore. Ma quella sera il filosofo non lesse forte, e la mattina dopo, quando Ettore ricominciava a gridare contro la bigotteria della Cecchina, che per andare a pregucchiare gli faceva aspettare il caffè, fu il babbo stesso che disse:
- Lasciala stare, povera donna.... Poichè la sua fede le fa del bene....
TRE PAIA D'ALARI.
Il maestro Cavalletti aveva la moglie, otto figlioli, sè stesso ed una servetta da mantenere; è vero che esercitava due professioni: dava lezioni di pianoforte ad una lira per lezione - prezzo da provincia, - e sonava la viola nell'orchestra del teatro, quando il teatro era aperto, che è quanto dire soltanto nel carnovale. Ma erano sempre undici persone a vivere sul lavoro di dieci dita.
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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
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Giuliana Cocchina Giuliana Ettore Cecchina Cavalletti
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