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      Quando furono a pochi passi dalla porta videro il signor Anselmo che si avanzava dalla parte opposta.
      - Babbo, gridò Vincenzo. E la sua voce echeggiò nel silenzio della via deserta. Il signor Dogliani si fermò; rizzò il capo, che teneva chino per ripararsi dal freddo col bavero del mantello, e, vedendo una figura lunga e nera da prete, esclamò stupefatto:
      - Vincenzo! Sei tu?
      - Sì, rispose Vincenzo. Vengo a condurti un figlio di più. E spingendo innanzi Vicenzino soggiunse mestamente:
      - Suo padre è morto.
      Il signor Dogliani tremava tutto come côlto da brividi, e non rispondeva, e Vicenzino, mortificato da quel silenzio, vedendosi respinto, fece per andarsene. Ma Vincenzo gli riprese il braccio, poi accostando il volto a quello del padre e parlandogli sommessamente, gli disse:
      - Siamo amici da anni, e mi ha reso dei servigi....
      Ma il signor Anselmo lo interruppe colla voce tanto commossa, che spiegava il suo lungo silenzio:
      - È figlio di mio fratello, e basta. Poi, accennando la porta di casa colla mano che tremava come una foglia scossa dall'aria, disse a Vicenzino:
      - Entra.
      Nella stanza da pranzo le ragazze aspettavano il babbo per mettersi a tavola. L'Elena aveva quattordici anni, e pareva già una signorina. Le altre due pure erano cresciute, ed avevano gli abiti troppo corti e le gambe troppo lunghe.
      Al vedere entrare i due giovani egualmente inaspettati, misero un'esclamazione, e balzarono incontro al fratello. Ma il volto pallido del signor Anselmo che comparve subito dietro al figlio, aveva qualche cosa di più grave del solito, che le fece ammutolire.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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