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      La Laura, discorrendo coll'Elena di quel cambiamento, diceva:
      - Non è più tanto vanitoso Vincenzo; si va migliorando.
      Ma l'Elena, che non era assorta nelle fancende di casa, per le quali non aveva gusto, ed aveva più agio di studiare il fratello, rispondeva impensierita:
      - Chissà che cos'abbia, povero Vincenzo!
      Una mattina che i due giovani erano usciti a fare una lunga passeggiata sulla neve gelata della strada maestra, incontrarono un gruppo di contadine con dei panieri di ova e pollame, che andavano a vendere a Santhià. Una bella donnona sulla trentina, che camminava davanti a tutte, dondolandosi sui fianchi, guardò arditamente in faccia Vincenzo, poi, ammiccando alle compagne con un riso maligno che le scopriva dei bellissimi denti, susurrò abbastanza forte per essere udita:
      - Che bel prete!
      Le altre risero forte.
      Vincenzo si fece rosso, i suoi occhi lampeggiarono di sdegno; mosse un passo innanzi come se volesse attaccar briga; ma subito si frenò, e mormorò con rabbia:
      - Sciocche! Villane!
      Vicenzino, che aveva abbassato gli occhi per pudore, fu meravigliato di quel risentimento, e disse:
      - Via, non t'ha detto nulla di male, infine.....
      - Sono villane, ripetè Vincenzo con denti stretti. Non sanno veder un uomo vestito di nero senza chiamarlo prete.
      - Ti fanno un onore anticipato, tornò a dire Vicenzino con piglio conciliativo; se non sei ancora prete lo sarai.
      Vincenzo stette un po' senza rispondere, guardando in terra, poi disse colla voce strozzata:
      - Già, lo sarò.
      Vicenzino si fermò sui due piedi e fissò in volto il cugino.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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