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      Ma egli pure aveva sentimenti patriottici e si proponeva, se durante quei tre anni Vittorio Emanuele od altri avessero fatto qualche cosa, di arruolarsi come volontario.
      Egli comprese dunque l'afflizione di Vincenzo, la sua lotta crudele tra il dovere di figlio e quello di cittadino, e, non vedendo altro mezzo di consolarlo, gli disse:
      - Chi impedisce ad un prete di battersi quando occorra per la sua patria?
      - Nulla glielo impedisce nell'eccitamento di una crisi politica, nell'ardore di una battaglia; ma il giorno dopo tornerà ad essere estraneo a tutto quel che si fa pel suo paese; sarà sempre un prete, ed io sento che son nato per essere un soldato. Oh, se non avessi quel benefizio che mi lega...
      - Se tu fossi cappellano d'un reggimento..., del mio reggimento...., disse Vicenzino.
      Nella sua desolazione Vincenzo s'aggrappò a quell'idea che gli permetteva di fare una vita attiva, di vivere in caserma, di battersi, di raccogliere i feriti, di assisterli, di conservare alla sua famiglia il benefizio del quale viveva, essendo meno prete ed un po' soldato. Ne parlarono a lungo, e Vincenzo, coll'ardore che metteva in ogni cosa, finì coll'innamorarsi della sua missione di cappellano, e gli ultimi giorni della sua vacanza apparve animato, eccitato, contento, e partì colla fantasia riscaldata, facendo giurare a Vicenzino di tenerlo informato di quanto si preparerebbe per la liberazione di Venezia, e di chiamarlo al primo sintomo di prossima guerra.
     
     
     
      VIII.
     
      Prima d'andare a rinchiudersi, Vincenzo pensò a provvedersi di libri, per isfogare colla lettura, la passione che gli ferveva nel cuore.


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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola
1883 pagine 181

   





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