E tuttavia questo mondo esercitava il suo fascino potente sulla sua fantasia; ed il povero giovane subiva lotte crudeli, tentazioni di ribellione, che lo impaurivano. E si metteva più accanito allo studio, per consacrare al più presto con un voto solenne, quella risoluzione che la foga della gioventù faceva ancora vacillare.
Appena ebbe compito il ventunesimo anno, prese il suddiaconato, e fu irrevocabilmente prete.
Allora, non avendo più nulla a temere dalla propria debolezza, si sentì più calmo. L'idea alta del dovere lo rassicurava, e potè dedicarsi con tutta la sua intelligenza allo studio. A 22 anni e 6 mesi, ottenne di ricevere il presbiterato, e poco dopo lasciò il Seminario, ed in capo a pochi mesi, ebbe la fortuna d'essere collocato come viceparroco nella parrocchia stessa della famiglia Dogliani, dove il parroco già avanti negli anni, aveva bisogno un aiuto, per la parte più faticosa del suo ministero.
Ed allora cominciò per Vicenzino la sua triste vita senza amore. La sola passione che gli era concessa, era quella del bene; ed egli metteva tutto il suo cuore nell'assistere i moribondi, nel soccorrere i poveri, nel sollevare gli spiriti abbattuti con parole di conforto e di fede. Ma non era un cattolico fervente, aveva idee liberali, e questo attenuava di molto agli occhi de' suoi superiori il merito del suo zelo. Egli però se ne consolava col pensiero di far vivere la sua famiglia adottiva col magro frutto delle sue prime fatiche, e colla rendita del suo beneficio. Ma anche questa nobile gioia doveva essergli amareggiata e resa difficile.
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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
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Seminario Dogliani Vicenzino
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