Vicenzino ci tornava ogni sera: il vecchio steso in una poltrona leggicchiava un giornale o sonnecchiava. L'Elena lavorava al suo tavolino, ed il cugino sedeva dall'altro lato, in faccia a lei, come una volta. Parlavano della salute del babbo, delle sorelle lontane, di Vincenzo che stava per passare ufficiale; erano tanti affetti comuni, tanti vincoli che li legavano. Vicenzino narrava de' suoi poveri, de' suoi malati, che l'Elena prendeva molto a cuore. La vita omai pareva facile e dolce al giovane prete, confortata da quella pura affezione fraterna, e dalla calda amicizia di Vincenzo. Omai le prove erano finite, le tempeste erano cessate; qualche anno ancora, poi Vicenzino prenderebbe il posto del vecchio parroco che pensava a ritirarsi, accoglierebbe i suoi due parenti nella casa parrocchiale, e vivrebbero assolutamente in famiglia. E quando, per disgrazia, dovesse mancare il sig. Dogliani, sarebbe passato del tempo, del tempo assai. I due cugini non sarebbero pił giovani, avrebbero presa l'abitudine di vivere uniti, e potrebbero continuare a vivere cosģ, come buoni fratelli, senza pericolo. E chissą, forse allora anche Vincenzo, stanco della vita militare, avrebbe ascoltato il consiglio del suo cuore affettuoso e riconoscente, sarebbe venuto a vivere presso il suo salvatore, con una sposa e dei bambini, riscaldando il suo triste focolare da prete colla vista di quella felicitą di cui andava debitore a lui. Gli pareva di vederle, intorno alla sua mensa, le dolci testine bionde, e di udire la voce di Vincenzo a dirgli:
| |
Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
|
|
Elena Vincenzo Elena Vincenzo Vicenzino Vincenzo Vincenzo Vicenzino Dogliani
|