- La gioia d'essere sposo e padre sei tu che me l'hai data.... Quella gioia Vicenzino se l'era strappata dal cuore per cederla al cugino; ma era contento del suo sacrificio, pensando che l'Elena l'aveva compreso e ne aveva accettata la sua parte, che aveva lei pure rinunciato ad esser sposa e madre, per esser fedele a quel primo raggio d'amore che le era balenato davanti un momento; e che il pensiero di lei tornava col suo, alla dolcezza di quel ricordo.
XV.
Così passarono due anni. L'Elena ne aveva ventitrè ed aveva già preso l'aspetto calmo ed un po' grave d'una zitellona. Si vedeva che aveva accettata la sua situazione, e, dal sorriso dolce e sereno che volgeva a suo padre ed a Vicenzino, dall'aria riposata colla quale badava alla sua casa e prendeva cura di loro, si comprendeva che era contenta; quei due affetti bastavano ormai al suo cuore. Vincenzo faceva tratto tratto delle visite a Santhià, e riempiva la casa del rumore allegro della sua spada e della sua voce gioconda. Era un bell'ufficiale, elegante, spiritoso, gaio; e Vicenzino s'aspettava di volta in volta la notizia del suo matrimonio. Non poteva tardare. Era per avere una famiglia che non aveva voluto essere prete, ed il cuore amoroso di Vicenzino si struggeva d'avere la sua parte di quella famiglia giovinetta.
Intanto il vecchio parroco sentiva il peso di quei due anni di più, ed aveva rinunciato alla sua carica, che, dopo la Pasqua, doveva essere occupata da Vicenzino. Mancava poco più d'un mese all'avverarsi del melanconico sogno, lungamente vagheggiato, di trasportare il vecchio zio e la cugina nella casa parrocchiale, e di stabilirvisi in famiglia, pel calmo ed uniforme avvenire che li aspettava.
| |
Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
|
|
Vicenzino Elena Elena Vicenzino Santhià Vicenzino Vicenzino Pasqua Vicenzino Vincenzo
|