Erano già traslocati nella casa parrocchiale, ma parecchie camere rimanevano chiuse. Vicenzino le aveva preparate per l'Elena. Durante il soggiorno di Vincenzo a Santhià, il giovane prete si sentì riscaldare il cuore da quell'amicizia che aveva riempita tutta la sua gioventù. E gli rinacque la speranza di vedersi crescere intorno i bimbi dell'amico, di aiutarlo ad allevarli ed istruirli, di trovare un pascolo pel suo cuore amoroso in quei nuovi affetti. Vincenzo non ne parlava mai. Forse aveva anche lui un segreto come l'Elena. Forse se lo chiudeva nell'anima come lei fin dal giorno in cui aveva preferito morire che vivere senz'amore. Ma Vicenzino aveva bisogno di quel conforto ora che l'amico stava per lasciarlo; ed il giorno della sua partenza gli disse:
- Quando tornerai?
- Chissà! rispose Vincenzo. C'è un tratto da Napoli a qui. Quando potrò avere un permesso un po' lungo....
- E.... tornerai solo? domandò Vicenzino esitando.
- Come, solo? ripetè l'altro. Poi, ad un tratto indovinando dal sorriso di Vicenzino cosa aveva voluto dirgli, esclamò con una risata:
- Ah! no no. Dio mi scampi! voglio la mia libertà. Il matrimonio non lo desiderano che i preti, perchè non lo possono fare.
Vicenzino sentì un brivido corrergli per tutto il corpo. Era per questo che si era sacrificato!
Gli anni passarono lenti, monotoni, tristi nella casa parrocchiale. Il vecchio s'andò lentamente spegnendo, perdendo ogni giorno una parte delle sue facoltà, finchè chiuse gli occhi, ed il giovane parroco rimase solo.
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Senz'amore
di Marchesa Colombi
Editore Alfredo Brignola 1883
pagine 181 |
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