Eppure non lo ringraziai nè lo benedissi. Il mio pensiero non andava al futuro per calcolarvi i mali preveduti da quel savio procedere. Stava nel presente, che aveva sognato divino e trovava arido e vuoto. Cercava il giovane innamorato e trovava l'uomo savio. Nell'amarezza della delusione gettai sulla carta questa risposta:
- "Massimo,
- "La vostra lettera è un plagio. Avete tradottein pratica le mie teorie dell'episodio tempestoso; ma
voi, campione degli amori eterni, l'avete abbreviato.
Vedo che siete ridivenuto filosofo; ma vi preferivopoeta.
- "FULVIA."
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Dopo queste ci scambiammo una serie di quelle lettere, in cui il platonismo dell'amicizia disillusa fa posto tra riga e riga alle insinuazioni fatali dell'amore, che, grande o piccolo, caldo o freddo, alato come un Dio o paffuto e rubicondo come la prosa dell'umanità, sta sempre rimpiattato in qualche angolo, dovunque stanno in rapporto un uomo giovane ed una giovane donna.
E tra una lettera e l'altra cominciai a fare le prove dell'opera, poi ad andare in iscena, ad essere applaudita, ad inebriarmi nella gloria del successo, nella passione dell'arte; ed anche nell'interesse delle nuove scritture.
Tutto codesto spuntò la prima amarezza; mi aiutò a vivere senza quella gioia di cui m'ero fatto un unico pensiero, mi ripose lo spirito in calma.
E quelle lettere ridivennero per me una grande dolcezza, e le attesi e le accolsi e le studiai come a caso nuovo; e di volta in volta mi affannai a trovarvi ed anche a provocarvi espressioni d'amore; e mi dissi che la violenza con cui egli reprimeva il sentimento dinanzi alla ragione, veniva meno grado grado, e tornai a credermi amata, e tornai ad amare, e tornai a sperare.
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Dio
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