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      Nel qual tempo dicono che s'imbarcarono sette vescovi e con la loro gente e navigli andarono a quest'isola, dove ciascun di loro fabbricò una città; e, acciò che i suoi non pensassero più al ritorno di Spagna, abbruciarono i navigli e tutte le sartie e le altre cose al navigar necessarie. Ragionando poi certi Portoghesi intorno a quest'isola, v'aveva chi affermava essere andati ad essa molti Portoghesi, i quali mai non seppero tornare indietro. Specialmente dicono, che vivendo l'infante don Enrico di Portogallo giunse in quest'isola Antilia un naviglio da un porto di Portogallo per fortuna, e smontata la gente in terra, furono da quei dell'isola menati al tempio per veder s'erano cristiani e se osservavano le cerimonie romane: e veduto che le osservavano, li pregarono a non partire finché venisse il loro signore che era fuori, il quale li avrebbe molto accarezzati, e fatti loro di molti doni, a cui tosto ciò farebbero intendere. Ma il padrone e i marinari temettero d'esser trattenuti, dubitando che quella gente non volesse esser conosciuta, e perciò abbruciasse loro il naviglio. E così partirono alla volta di Portogallo, con speranza d'esser premiati perciò dall'Infante. Il quale li riprese severamente, e comandò loro che tosto vi tornassero, ma il padrone per paura se ne fuggì col naviglio e con la gente fuori di Portogallo. E dicesi che mentre nella detta isola i marinari erano in chiesa, i fanti del naviglio raccolsero dell'arena per la cucina, il terzo della quale trovarono esser tutto oro fino.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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