CAPITOLO X
Si dimostra esser falso che gli Spagnoli avessero anticamente il dominio dell'India, secondo che Consalvo d'Oviedo si sforza di provar nelle sue storie.
Se quel che abbiamo detto sopra tante isole e terre immaginate da persone che furono quasi ai nostri dì consta esser favola e vanità, quanto più si dovrà stimar falso quello che Consalvo Fernandez di Oviedo nel terzo capitolo della sua Naturale storia delle Indie s'imagina? A cui par con certo suo sogno ch'ei recita aver pienamente provato che già fu un altro autore di questa navigazione dell'occidente, e che gli Spagnoli ebbero il dominio di quelle terre, adducendo per prova del suo proposito quel che Aristotele disse dell'isola di Atlante, e Seboso delle Esperidi. Il che egli asserisce, secondo il giudizio di alcuni i cui scritti abbiamo ben pesati ed esaminati, così senza ragione e fondamento, che io avrei passato in silenzio il discorso di ciò, per non riprendere alcuno né esser fastidioso ai lettori, s'io non avessi considerato che alcuni, per scemar l'onore e la gloria dell'Ammiraglio, fanno grande stima e capitale di cotali fantasie: e appresso affinché nel voler dimostrare con ogni verità tutti gl'indizi e le autorità che mossero l'Ammiraglio a far questa impresa, non paia ch'io non soddisfaccia a quel di che son debitore, lasciando viva cotal bugia, la quale io so essere falsissima. Laonde, per manifestar meglio il suo errore, voglio primo recitare quel che Aristotele per relazione di un fra' Teofilo de Ferraris intorno a ciò dice, il quale fra' Teofilo tra le proposizioni di Aristotele ch'ei raccolse mette in un libro, intitolato De Admirandis in natura auditis un capitolo, che contiene quel che segue:
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