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      Il che significa ch'egli scrive quello che narra di quest'isola come cosa dubbiosa e senza fondamento. Scrive eziandio di cosa avvenuta non già poco, ma già lungo tempo dicendo, «Narrasi che anticamente si trovò un'isola»: e però si potrebbe dire, come dice il proverbio, che a lunghe vie lunghe bugie. Il qual proverbio allora è più vero quando in quel che si narra vi sono delle circostanze che meno si accostano alla ragione, siccome in ciò si discerne mentre dicesi che quest'isola era molto abbondante di tutte le cose, ma che sempre era stata disabitata. Il che non si comporta, né è verosimile, perché l'abbondanza nelle terre non procede se non dalla coltivazione degli abitanti, e dove non si abita non solo non nasce cosa alcuna da sè, ma ancora le cose domestiche divengono selvatiche e sterili. Nemmeno è verosimile che ai Cartaginesi dispiacesse che la loro gente avesse trovato una tale isola e che uccidessero gli scopritori, perché se essa era tanto discosta da Cartagine, come le Indie sono, invano si temeva che quelli ch'ivi abitassero venissero a conquistar Cartagine, se già, siccome l'Oviedo afferma che gli Spagnoli possedettero in altro tempo quelle Isole, non volesse egli ancora affermare che i Cartaginesi erano profeti e che ora si adempì il timore e la profezia loro, prendendo Cesare Tunigi o Cartagine coi denari che dalle Indie furono portati. Il che io sono sicuro che egli avrebbe detto per mettersi più in grazia e conseguir più favori di quelli che conseguì per dire di somiglianti novelle, ma lo impedì l'aver già pubblicato il libro.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337

   





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