Ma Sant'Angelo, veduto il favore fattogli dalla regina in accettar per suo consiglio quel che per consiglio di ogni altro aveva rifiutato, rispose che non faceva mestieri d'impegnar le gioie, perché egli farebbe lieve servizio a sua Altezza imprestandole i suoi denari. E con tale risoluzione la regina spedì tosto un capitano per le poste per far tornar indietro l'Ammiraglio.
Questi lo raggiunse presso alla porta di Pinos due leghe da Granata lontano e, quantunque l'Ammiraglio si dolesse delle dilazioni e difficoltà che nella sua impresa aveva trovate, nondimeno, informato della determinazione e volontà della regina, tornò indietro a Santa Fe, ove fu ben veduto dai Re Cattolici e subito fu commessa la sua capitolazione, e spedizione al segretario Giovan di Coloma, il quale per comandamento delle loro Altezze e con la loro reale sottoscrizione e sigillo gli concesse e consegnò tutti i capitoli e clausole che di sopra abbiamo narrato essere state da lui domandate, senza che se ne levasse o mutasse cosa alcuna.
CAPITOLO XV
Come l'Ammiraglio armò tre caravelle per far l'impresa del suo scoprimento.
Conceduti adunque dai serenissimi Re Cattolici all'Ammiraglio i capitoli sopradetti, egli subito al 12 di maggio del detto anno 92 partì da Granata per Palos, che è il porto dove egli aveva da far la sua armata, per esser quella terra obbligata a servir le loro Altezze tre mesi con due caravelle, le quali comandarono che fossero date all'Ammiraglio. Queste e un altro naviglio egli armò con la sollecitudine e diligenza necessaria.
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