CAPITOLO XXII
Come l'Ammiraglio smontò in terra e prese il possesso di quella in nome dei Re Cattolici.
Venuto adunque il giorno, videro che era un'isola di 15 leghe di lunghezza, piana, e senza montagne, piena d'alberi molto verdi e di bellissime acque, con una gran laguna in mezzo, popolata da molte genti, che non con minor desiderio concorrevano alla marina tutti stupiti e maravigliati per la vista dei navigli, credendo che fossero alcuni animali; e non vedevan l'ora di saper certo che cosa fossero. Né i Cristiani men fretta avevano di saper chi essi fossero: il desiderio dei quali tosto fu soddisfatto, perché di subito, messi i ferri nell'acqua, l'Ammiraglio smontò in terra con la barca armata e con lo stendardo reale spiegato. Il medesimo fecero i capitani degli altri due navigli, smontando dalle loro barche con la bandiera dell'impresa, ch'era dipinta d'una croce verde con un F da una parte, e dall'altra aveva alcuni coronati per memoria di Ferdinando e d'Isabella.
E avendo tutti reso grazie a nostro Signore inginocchiati in terra, e baciatala con lagrime di allegrezza per l'immensa grazia ch'egli aveva loro fatta, l'Ammiraglio si levò sù, e mise nome a quell'isola San Salvatore. Poi con la solennità e parole che si ricercano, tolse il possesso in nome dei Re Cattolici, presente molta gente della terra che vi si era ridotta: e per conseguenza i Cristiani accettarono lui per ammiraglio, e viceré, e gli giurarono obbedienza, come a colui che già rappresentava la persona delle loro Altezze, con tanta allegrezza e piacere quanto di così fatta vittoria era giusta cosa che avessero, chiedendogli tutti perdono delle ingiurie che per la loro paura e incostanza gli avevano fatte.
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