Ma l'Ammiraglio non consentì che loro fosse tolta cosa alcuna di quel che lasciavano, acciò che non tenessero per ladri i Cristiani. Laonde, indi a poco, acquetatasi in loro la paura, vennero volentieri ai navigli a barattare le loro cose, come gli altri avevano fatto.
CAPITOLO XXVI
Come l'Ammiraglio scopri l'isola di Cuba, e quali cose vi ritrovò.
Ora l'Ammiraglio, avendo già appresi i segreti di quell'isola Isabella e il traffico e la maniera di quella gente, non volle perder più tempo scorrendo per quelle isole, perché erano molte e tra loro simili, come gl'Indiani dicevano. E però, partito con buon tempo per andare ad una terra molto grande, da tutti loro grandemente stimata, e detta Cuba, la quale giaceva verso mezzodì, la domenica 28 ottobre giunse alla costa di quella dalla parte di tramontana. Quest'isola diede vista di subito d'essere di maggior bontà e qualità che le altre già nominate, così per la bellezza dei colli e dei monti come per la varietà degli alberi, e per le campagne e per la grandezza e lunghezza delle sue coste e riviere. Laonde, per aver lingua e notizia delle sue genti, andò a gettar le ancore in un grosso fiume dove gli alberi erano molto folti e molto alti, adorni di fiori e frutti, diversi dai nostri, e v'era gran quantità di uccelli con un'amenità incredibile, perché vi si vedeva l'erba alta e assai differente dalle nostre erbe, benché fra quelle v'erano delle porcellache, bletti, e altre cotali, le quali per la loro diversità non erano conosciute da loro.
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