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      E piacque a nostro Signore che a mezzanotte, vedutomi coricato nel letto, ed essendo noi in calma morta e il mare come l'acqua d'una scodella tranquillo, tutti andarono a riposare, lasciando il timone in governo d'un garzone. Laonde avvenne che le acque, le quali correvano, portarono la nave molto quietamente sopra una di quelle secche le quali, ancorché fosse di notte, ruggivano di maniera che distante una grossa lega si potevano vedere e sentire. Allora il garzone, che sentì arare il timone e udì il rumore, incominciò a gridare forte, e sentendolo io, mi levai su tosto che ancora nessuno aveva sentito che noi avessimo incagliato in quel luogo; e di subito il patrono della nave, a cui toccava la guardia, ne uscì, ed io dissi a lui ed agli altri marinai che, montati nel battello che portavano fuor della nave e presa un'ancora, la gettassero per poppa. Egli allora con molti altri saltò nel battello, e pensando io che facessero quel che io gli avevo detto, essi vogarono via fuggendo col battello alla caravella che giaceva mezza lega discosto. Vedendo io adunque che fuggivano col battello, e che scemavano le acque e che la nave stava in pericolo, feci di subito tagliar l'albero e alleggerirla il più che si poté per veder se potevamo cavarla fuori. Ma scemando tuttavia le acque, la nave non poté respirare, e, piegatasi alquanto, s'aperse nelle commessure e s'empì tutta per di sotto d'acqua. Intanto giunse la barca della caravella per darmi soccorso, in quanto che, vedendo gli uomini di lei che il battello fuggiva, non vollero raccoglierlo, per la qual cosa esso fu costretto a ritornarsi alla nave.


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Historie del S.D. Fernando Colombo
(Vita di Cristoforo Colombo)
di Fernando Colombo
pagine 337