E il dì seguente, che fu ai 26 di novembre, l'Ammiraglio tornò a mandare in terra da molte parti; e vennero gl'Indiani a parlar coi Cristiani molto amichevolmente e arditamente, e, toccando il giubbone e la camicia ai nostri, dicevano, camicia, giubbone, dando ad intendere che sapevano come si chiamassero: il che assicurò l'Ammiraglio del sospetto che aveva per quegli uomini morti, giudicando che se essi avessero fatto dispiacere ai Cristiani qui lasciati, non sarebbero venuti ai navigli sì arditamente e senza paura. Ma il dì seguente, ch'era sorto presso alla bocca del porto della Villa del Natale, passata mezzanotte, venne una canoa e domandò dell'Ammiraglio: essendogli detto che entrassero, che ivi stava, non vollero entrare, dicendo che se non lo avessero veduto e conosciuto non sarebbero entrati, di modo che bisognò che l'Ammiraglio venisse al bordo ad udirli. E di subito entrarono due i quali portavano due maschere in testa e le donarono all'Ammiraglio da parte del Cacique, o Guacanagarí dicendo che gli si raccomandava molto. Ed essendo loro dall'Ammiraglio domandato dei Cristiani quivi lasciati, risposero che di loro alcuni erano morti di malattia e altri si erano partiti dalla compagnia, e altri se n'erano andati in altri paesi e che tutti avevano quattro o cinque donne. Ma, quantunque nel parlar che facevano si comprendesse che tutti dovessero essere morti, o la maggior parte, nondimeno, parendo all'Ammiraglio che per allora non dovesse far altro, tornò a rimandar gl'Indiani con un presente di cacini e altre cose per Guacanagarí e per loro.
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